Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 21 marzo 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Nanoparticelle d’oro rivelano il polimorfismo dell’amiloide in Alzheimer e altre patologie. Il polimorfismo osservato nelle fibrille formate dalle proteine amiloidi nell’Alzheimer e in altre patologie neurodegenerative è associato all’eterogeneità delle forme cliniche e alla differente prognosi, per il diverso grado di tossicità dei vari tipi di fibrille amiloidi. Urszula Cendrowska e colleghi, usando nanoparticelle d’oro e microscopia elettronica a trasmissione criogenica, hanno ottenuto immagini di efficace evidenza discriminativa fra tipi di amiloide. [Cfr, PNAS USA – AOP doi: 10.1037/pnas.1916176117, 2020].

 

Bruce McEwen (1938-2020) pioniere delle neuroscienze nel ricordo del figlio Craig. Insieme con Huda Akil, in questi giorni di marzo, Craig McEven ha ricordato il padre Bruce McEven, uno dei fondatori delle moderne neuroscienze deceduto il 2 gennaio 2020 a 81 anni, dopo una breve malattia. Aveva trascorso 54 anni della sua intensa vita di ricerca e didattica presso la Rockefeller University, in costante collaborazione con sua moglie, la neuroimmunologa Karen Bloch. Attivo nella ricerca fino alla fine, il suo ultimo lavoro, con coautore l’amico Huda Akil, è stato pubblicato il giorno della sua morte. [Cfr. PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.2003097117, 2020].

 

Dall’Università di Utrecht l’anticorpo monoclonale che neutralizza SARS-CoV-2. La scorsa settimana non abbiamo fatto in tempo a trasmettere per la pubblicazione di sabato la buona notizia che viene dal gruppo di Frank Grosveld dell’Università di Utrecht che, in collaborazione con l’Erasmus Medical Center, ha ottenuto un anticorpo monoclonale in grado di bloccare il meccanismo molecolare del coronavirus SARS-CoV-2. In una comunicazione a commento del risultato Grosveld ha scritto che se fosse stato più giovane si sarebbe messo a ballare sui tavoli dalla gioia.

Lo studio è in corso di peer review da parte della commissione della rivista Nature ed è condiviso sulla piattaforma online BioRxiv. A differenza degli anticorpi monoclonali come il tocilizumab, che bloccano l’interleuchina 6 riducendo i danni prodotti dal processo infiammatorio patologico che si sviluppa nel contesto della polmonite interstiziale, o degli altri farmaci che si sono rivelati in grado di favorire la guarigione riducendo i sintomi (v. qui sotto) con un meccanismo non bene definito, questo anticorpo monoclonale sembra in grado di impedire l’entrata del virus nelle cellule, precludendone la replicazione e decretandone la morte.

Sembra siano in corso di sviluppo sinergie necessarie a proseguire la sperimentazione e lo sviluppo come prodotto farmaceutico secondo un iter i cui tempi potrebbero essere abbreviati dal reclutamento del maggior numero possibile di laboratori e dall’estensione della base di trial necessari per l’uso clinico. [BM&L-Italia news 14 marzo-20 marzo 2020].

 

Qui sotto, come da richiesta, si ripubblicano i brevi aggiornamenti della scorsa settimana:

 

[Aggiornamento COVID-19: l’anticorpo monoclonale tocilizumab efficace in pazienti gravi. Dopo la sperimentazione effettuata in Cina, l’anticorpo monoclonale tocilizumab (o atlizumab) che agisce sull’interleuchina 6 risultando efficace in vari processi infiammatori e alterazioni patologiche, è stato somministrato anche in Italia agli affetti da COVID-19 in terapia intensiva. A Napoli, Paolo Ascierto, oncologo esperto nella terapia del melanoma dell’Istituto Senatore Pascale di Napoli e direttore della sezione “Terapie Innovative”, lo ha impiegato con successo nel trattamento di 4 pazienti (al momento in cui scriviamo è stato somministrato a 6 pazienti, tra cui un medico) e, con colleghi dell’Ospedale Cotugno, ha proposto l’adozione del tocilizumab in tutti i presidi ospedalieri italiani secondo un protocollo di trattamento sperimentale denominato “Tocivid-19”.

Ai sei pazienti in terapia intensiva a Napoli, uomini di età compresa fra i 51 e i 67 anni, giovedi se ne sono aggiunti altri due. La molecola è già impiegata nella terapia dell’artrite reumatoide, nell’artrite idiopatica giovanile, nell’encefalite limbica con anticorpi anti-CASPR2, nell’arterite di Takayashu con associata coronaropatia, e in altre patologie. Il protocollo, previsto per una sperimentazione su almeno 250 pazienti, è stato inviato da Paolo Ascierto, Enzo Montesarchio, Franco Perrone e Roberto Parrella all’Aifa per l’approvazione. I medici napoletani stanno condividendo la loro esperienza con i colleghi di Milano, Bergamo, Fano, Piacenza, Modena, Conigliano veneto, Roma, Bari e Lecce.

In tutta Italia sono già stati trattati più di dieci pazienti (non abbiamo ricevuto conferma sul numero esatto dei pazienti in Lombardia), seguendo il modello della sperimentazione condotta con successo all’Ospedale della University of Science and Technology of China su 21 pazienti. Come da dati pubblicati, Wang Dong-Xiang ha riferito anche direttamente ai colleghi italiani la guarigione di 20 su 21 dei trattati. Questo dato incoraggiante e la più che decennale esperienza nell’immunoterapia oncologica presso l’Istituto Pascale hanno indotto all’uso del tocilizumab Ascierto e colleghi, che già avevano usato farmaci anti-interleuchina 6 per la sindrome da rilascio di citochine che segue il trattamento con cellule Cart-T di alcune neoplasie. [BM&L-Italia 13-03-2020].

 

Aggiornamento COVID-19: la clorochina fosfato risultata efficace nella polmonite. La clorochina fosfato, un vecchio farmaco impiegato per il trattamento della malaria, ha mostrato efficacia, con un accettabile grado di sicurezza, in una sessione di trattamento sperimentale multicentrico della polmonite associata a SARS-CoV-2 (COVID-19), in Cina.

La clorochina sarà inclusa nella prossima versione delle Linee-Guida del NHC della Repubblica Popolare Cinese per prevenzione, diagnosi e trattamento della polmonite causata dal nuovo coronavirus. [Gao J., et al. Biosci Trends. AOP – doi: 10.5582/bst.2020.01047, 2020].

 

Aggiornamento COVID-19: efficacia di Lopinavir/Ritonavir in un paziente coreano. Il terzo paziente diagnosticato in Corea di infezione da COVID-19, un uomo di 54 anni impiegato nel settore dell’abbigliamento, è stato trattato secondo un protocollo di associazione Lopinavir/Ritonavir (Kaletra, AbbVie) da Lim e colleghi in Corea del Sud. Il trattamento ha ridotto significativamente il carico di β-coronavirus e ha fatto registrare titoli bassi o nulli del virus. [Lim J. et al. Journal of Korean Medical Sciences. AOP – doi: 10.3346/jkms.2020.35.e79, 2020].]DALLE NOTULE DEL 14-03-20.

 

Notule

BM&L-21 marzo 2020

www.brainmindlife.org